AMBER GHOST
Eau de Parfum
Novità 2025
Shaping the meaning.
The Absolute. The Unknown. The Mistery.
Beginning of all things.
Birth|Rebirth. Manifest of perfection and entirety.
A new experience has been done.
And it smells like a masterpiece.
.
L’ovale perfetto.
Confesso di essere stata inizialmente attratta da questo marchio per la bellezza del design del flacone.
La forma ovale della boccetta mi ha riportato alla mente certe appassionanti esplorazioni nel mondo dell’arte e rammentato quanto il soggetto uovo abbia da sempre simboleggiato la completezza della natura, la vita che nasce|rinasce, la trasformazione alchemica degli elementi, fertilità e spiritualità, perfezione e armonia.
Da Piero della Francesca a Piero Manzoni, da Bruegel e Bosch a Dalì, da Velázquez a Koons, cito solo alcuni tra i grandissimi che hanno tratto ispirazione e decodificato il soggetto uovo nelle loro opere.
L’idea che l’esperienza olfattiva rechi anche la simbologia legata a questo elemento è quantomeno avvalorante nel percorso di conoscenza di un nuovo marchio e della sua collezione fragranze.
Se l’entusiasmo per l’arte ha rappresentato il pass d’ingresso nel mondo di House of Fanatics, l’approccio olfattivo è apparso essere la ragione per rimanere, approfondire, ammirare la raffinatezza delle loro creazioni.
Cinque per ora (il brand ha origini spagnole ed è nato nel 2024) ed una tra loro - Amber Ghost - in assoluto da percepire come lusinga definitiva, emblematica di profondità e dovizia compositiva.
Un floriental acceso dal mistero, la sfumatura ambrata é protagonista ed emerge da volute roventi e speziate. Zafferano e incenso aleggiano su un bouquet saturo di magia, ylangylang, mughetto, fiore d’arancio, come lucente chimera odorosa, prima di abbandonarsi al dolce destino di sandalo, vaniglia e tonka.
Un profumo segreto che non può rimanere tale.
Eau de Parfum 100 ml. Online qui
©thebeautycove @igbeautycove
L'UOVO NELL'ARTE - Tra simbolismo significato interpretazione
L’uovo e l’arte vivono di una rilevante vicinanza. Già pittori bizantini ed europei mescolavano alla tempera l'albume per ottenere pigmenti che resistessero all'usura del tempo. L’uovo considerato un simbolo di vita e di rinascita è presente nelle più svariate culture.
Molte sorprese ci attendono se trattiamo la storia del rapporto tra uovo e prodotti della creatività umana. Dalle uova decorate in epoca fenicia a quelle edibili di Piero Manzoni, dalle Maddalene medievali con in mano un uovo scarlatto alle performance contemporanee Milo Moiré, un filo ben visibile attraversa la storia dell’arte invitandoci ad una rilettura nel segno di tale simbolo.
Leonardo da Vinci, Pieter Bruegel, Diego Velàsquez, Dante Gabriel Rossetti, Salvador Dalì, Andy Warhol sono solo alcuni dei grandi artisti che hanno tratto ispirazione e riprodotto l'ovale perfetto nelle loro opere.
Gli antichi greci hanno lasciato vasi dipinti di forma ovale, mentre il simbolismo dell’uovo come simbolo di resurrezione e origine del cosmo ricorre nell’arte funeraria dagli egizi agli etruschi.
Peraltro la stagione d'oro dell’uovo è il Rinascimento, quando l’immaginario cristiano si lega ai misteri alchemici e neoplatonici, per replicarsi silenziosamente in mille capolavori.
L’esempio più noto? La Pala di Brera di Piero della Francesca, dove un uovo di struzzo sospeso sul capo della Madonna richiama al contempo la rinascita del casato dei Montefeltro e l’ideale di perfezione matematica tipico di quegli anni.
Il fascino dell’uovo turbò anche Leonardo, che nel disegno preparatorio per il dipinto di Leda e il Cigno ci mostra uova dischiuse da cui nacquero quattro gemelli destinati a fare storia: i Dioscuri Castore e Polluce, Elena, futura regina di Troia, e Clitennestra, la terribile sposa di Agamennone. Perfino nel solenne rito della Presentazione della Vergine al Tempio di Tiziano, una vecchia con un cesto di uova appare nei pressi della giovane Maria: presagio di una nascita che cambierà il mondo.
Impossibile, a proposito di uova, dimenticare le immaginifiche visioni di Hieronymus Bosch: gusci rotti, vuoti o bucati da cui fuoriescono gambe umane sono un motivo ricorrente nell’opera dell’artista fiammingo, che dalle Tentazioni di Sant’Antonio al Trittico del Giardino delle Delizie ne declina i simbolismi in modo ogni volta diverso. Ma c’è un dipinto dove il guscio è davvero protagonista: è il Concerto nell’uovo, giunto fino a noi attraverso una copia ben riuscita del XVI secolo. Qui un gruppo di personaggi decisamente pittoreschi fa musica all’interno di quello che appare come un “uovo filosofale”, usato dagli alchimisti per la trasmutazione della materia.
In modo più semplice e immediato, la Danza dell’uovo di Pieter Brueghel il Giovane dà il benvenuto alla primavera in una sagra popolare: riuscirà la contadina in grembiule a calciare l’uovo nella ciotola senza romperlo?
Due cose hanno decretato la fortuna dell’uovo tra gli artefici del Modernismo: l’essenzialità formale e la potenza dei suoi significati simbolici. Elementi che troviamo riuniti, per esempio, nella scultura di Costantin Brancusi, che creò uova di pietra, legno e oro lucidissimo, prediligendo anche in altre opere la forma ovoidale. Per Brancusi l’uovo evoca la nascita di una nuova vita, ma anche l’energia creativa propria di ogni artista. Pure Man Ray fu affascinato dalle potenzialità formali insite nell’uovo: le esplorò in innovative composizioni fotografiche in bianco e nero e nei celebri rayogrammi, impressioni prodotte dalla luce attraverso il contatto diretto degli oggetti con la pellicola.
Se Giorgio De Chirico non mancò di inserire dei gusci ovoidali nei suoi enigmi metafisici, sono numerosi i quadri di René Magritte in cui l’uovo racchiude un segreto, l’attesa di un divenire, in un ricorso al simbolo tipico dei Surrealisti. Nella prima metà del Novecento la palma di artista più ovofilo spetta certamente a Salvador Dalì: dalle gigantesche sculture che campeggiano sulle mura del Teatro-Museo di Figueres a tele come Aurora o Metamorfosi di Narciso, le uova rappresentano quasi un’ossessione per l’istrionico pittore catalano, che siano intere, incrinate e pronte a schiudersi o già impiattate e fumanti.
“Per me significano l’infinito, la cosa inconcepibile, la fine della figurazione, il principio del nulla”, disse una volta Lucio Fontana a proposito delle sue tele forate e coloratissime, immancabilmente di forma ovoidale. Dove gli antichi avevano visto ardere la fiamma divina, il geniale italo-argentino riconobbe la Fine di Dio, titolando di conseguenza.
Nel 1960, in tempi di arte concettuale, Piero Manzoni cercò un momento di comunione fisica con gli spettatori. Come? Distribuendo al pubblico della Galleria Azimut di Milano uova sode contrassegnate con la propria impronta digitale, da consumare seduta stante. A confronto appare quasi tradizionalista la scelta di Andy Warhol, che nelle sue polaroid declinò le uova in versione grafica e a colori vivaci su fondo nero. In realtà il vero ovo-pop arriva alla soglia del nuovo millennio con le gigantesche Cracked Eggs di Jeff Koons, dove un caleidoscopio di riflessi rimbalza su superfici specchianti blu, gialle, argento e magenta.
L’idea dell’uovo con sorpresa venne per la prima volta all’orafo Peter Carl Fabergé, incaricato dallo zar Alessandro III di Russia di creare un dono per la moglie Maria Fedorovna in occasione della Pasqua del 1885. Il primo uovo Fabergé era composto d’oro massiccio e rivestito all’esterno di smalto bianco per apparire realistico. Conteneva una gallina d’oro, che a sua volta aveva nella coda una piccola corona con diamanti imperiali e un pendente di rubino. La sorpresa deliziò talmente tanto la zarina che l’imperatore di tutte le Russie ordinò a Fabergé un uovo per ogni Pasqua. Nacquero così 65 esemplari unici coperti di gemme e decori. Diventata una tradizione familiare, quella dell’uovo imperiale andò avanti fino alla Rivoluzione del 1917, quando lo zar Nicola II fu deposto dai bolscevichi. La Casa Fabergé durante la Rivoluzione venne nazionalizzata e l’orafo si rifugiò in Svizzera. Di questi preziosi esemplari ne restarono 57, di valore inestimabile, nove sono esposti al Museo Fabergé di San Pietroburgo.
1 commento:
bellissimo flacone anch'io amo le opere d'arte che raffigurano l'uovo, forma primordiale. bella la rece 🥚🥚⭐️⭐️
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